giovedì 19 maggio 2016

A MILANO LA FIERA SULLA TECNOLOGIA PROFESSIONALE

Milano ha già ospitato lo scorso anno il 3D Print Hub, fiera interamente dedicata alla stampa 3D; quest’anno l’evento si ripete, proponendosi in veste ancora più in grande: dal 7 al 9 giugno Milano ospiterà il Technology Hub, un’incubatore dei settori che in ambito tecnologico risultano quelli con maggior tasso di crescita a livello mondiale, segnando un +4% rispetto al già importante incremento del 2014. E’ uno dei più grandi eventi in Italia dedicati alla tecnologia in campo professionale, una grande opportunità per rimanere aggiornati sulle più recenti innovazioni per il futuro. Gli ‘Hub’ appunto, o settori, portati all’interno della fiera riguarderanno droni, materiali, elettronica e IoT (internet delle cose), robot e ovviamente stampa 3D e tecnologie di manifattura additiva.

3D PRINT HUB E ADDITIVE MANUFACTURING HUB
Come si sta evolvendo il settore della stampa 3D professionale? In che modo è in grado di rivoluzionare i tradizionali processi produttivi? La lente d’ingrandimento cade su questi aspetti e attraverso la fiera si darà risposta a questi e ad altri quesiti connettendo il mondo imprenditoriale con i fornitori di tecnologie. All’interno di 3D Print Hub e Additive Manufacturing Hub sarà presente tutto ciò che riguarda il mondo della stampa tridimensionale, quindi:
stampanti 3D desktop;
materiali;
plastica: ABS, PLA, PET, poliuretano, nylon e altre resine;
tecnologia additiva Fused Deposition Modeling (FDM), Plastic Jet Printing (PJP), Stick Deposition Moulding (SDM), Digital Light Processing (DLP), Continuous Liquid Interface Production (CLIP), ecc;
scanner 3D;
software di simulazione, modellazione, progettazione tridimensionale;
accessori per la stampa e la scansione 3D;
service;
nuovi servizi per la stampa 3D desktop e industriale.
Il tutto riferito ai vari campi di applicazione, che spaziano dal settore dell’edilizia a quello della meccanica, dal dentale a quello delle calzature.
TECHNOLOGY HUB – CONVEGNI
Per tutta la durata di Technology Hub si alterneranno workshop e convegni, di cui molti dedicati proprio alle tecnologie di stampa 3D. Tra i tanti eventi in programma, ve ne segnaliamo due in particolare:

Fabbricare con la stampa 3D
Più che un convegno è una pura dimostrazione di come arrivare alla produzione di un oggetto definitivo, pronto per l’impiego, partendo da un modello digitale. L’area dimostrativa sarà divisa in tre zone. Nella prima è operativo un computer sul quale girano i programmi necessari per la stampa 3D, dal CAD che ha costruito il modello dell’oggetto da stampare ai software necessari per la sua conversione nel linguaggio adatto per pilotare la stampante e per il controllo dei file. Nella seconda zona è operativa una stampante 3D industriale, collegata direttamente con il PC. Non stampa direttamente il prototipo ma, per dimostrare nel dettaglio un tipico flusso industriale, realizza lo stampo che poi viene montato su una tradizionale pressa a iniezione presente nella terza zona dell’area dimostrativa. Mediante questa pressa si ottengono oggetti definitivi con i materiali standard della tecnologia a iniezione, che possono essere immessi direttamente sul mercato o usati come pre-serie. Ognuna di queste zone sarà pienamente operativa per tutta la durata della fiera. Non solo: esperti di modellazione, stampa 3D e stampaggio a iniezione sono a disposizione dei visitatori per rispondere a ogni domanda legata alla manifattura additiva. Previsti anche interventi di stampisti che hanno già adottato questa tecnologia, che consente loro di integrare con uno strumento in più la loro attività tradizionale. 

Additive manufacturing talks
Sarà l’appuntamento conclusivo di Technology Hub e si terrà il 10 giugno a Milano presso il Vodafone Theatre. Tra i vari argomenti trattati, uno dei più interessanti sarà sicuramente quello riguardante il vetro trasparente prodotto con tecnologia additive manufacturing, e si focalizzerà sulla presentazione di una stampante 3D ad estrusione unica nel suo genere, in grado di stampare componenti in vetro. La piattaforma si compone di elementi modulari in grado di operare alle temperature elevate necessarie per lavorare il vetro dallo stato fuso fino al prodotto finale ricotto. L’evento sarà a cura di Peter Houk, Massachusetts Institute of Technology (Mit), Boston e Giorgia Franchin, Università degli Studi di Padova

LUOGO: fieramilanocity – Padiglione 3
DATA: 7 – 9 giugno 2016
ORARIO: 9.30 – 17.30
INGRESSO: Porta Colleoni, Gate 4, Viale Scarampo

Ingresso a pagamento
Reception: 25,00 euro. Biglietto acquistato in reception, valido 1 giorno, 1 ingresso
Online: 15,00 euro. Biglietto acquistato con il pre-accredito online, valido 1 giorno, 1 ingresso 

Parcheggi a pagamento
Sono a disposizione dei visitatori 600 posti auto sul tetto del padiglione 4. La tariffa è di 14 euro al giorno, ridotta a 8,5 euro dopo le 14.00.

Ingresso Studenti:
Gli studenti universitari esibendo alla biglietteria la tessera universitaria (o un documento che attesti l’iscrizione all’università) hanno diritto ad un ingresso omaggio. Resta obbligatoria la compilazione di una scheda di registrazione cartacea alla biglietteria.

Ciò che ci aspettiamo da Technology Hub è sicuramente una grande partecipazione e tante, tante novità in ambito di stampa 3D.

FONTE: STAMPA 3D

lunedì 9 maggio 2016

L'intelligenza artificiale ha imparato la creatività?

Un gruppo di ricercatori alla Future University di Hakodate, in Giappone, ha recentemente realizzato una IA capace di scrivere romanzi, la cui opera è stata addirittura accettata all’interno di una prestigiosa competizione letteraria, il Premio Hoshi Shinichi. Il testo è stato purtroppo eliminato al secondo girone, ma il semplice fatto che sia stato accettato suggerisce come le intelligenze artificiali stiano lentamente diventando capaci non solo di giocare perfettamente a Go, ma anche di emulare in tutto e per tutto la creatività umana.
Il gruppo, guidato dal professore di informatica Hitoshi Matsubara, ha tuttavia dato una mano alla propria macchina durante il processo di scrittura. Gli scienziati hanno infatti prima assegnato un sesso al protagonista, sviluppato una versione rudimentale della trama ed infine realizzato una lista di parole e frasi da includere all’interno del testo. Il lavoro della IA è stato poi quello diassemblare queste risorse in un testo che non fosse solo comprensibile, ma anche interessante e coinvolgente.
Il risultato è stato un breve romanzo intitolato “Konpyuta ga shosetsu wo kaku hi”, rozzamente traducibile in italiano come “Il giorno in cui un computer scrisse un romanzo”, la cui trama parla di un’intelligenza artificiale che decide di abbandonare le proprie responsabilità nei confronti dell’umanità dopo aver scoperto il proprio talento nella scrittura.
Il Premio Letterario Hoshi Shinichi non aveva mai accettato opere scritte da macchine prima d’ora: degli oltre 1450 romanzi che hanno partecipato alla competizione, ben 11 erano stati realizzati da intelligenze artificiali. Ai giudici ovviamente non è stato rivelato quali tra queste opere erano state scritte da macchine e quali invece da esseri umani.
Nonostante “Konpyuta ga shosetsu wo kaku hi” sia riuscito a superare il primo girone, il romanzo è stato infine eliminato in quanto, stando a quanto dichiarato dal giudice Satoshi Hase, la storia era ben strutturata ma i personaggi mancavano di profondità.

FONTE: GIZBLOG.IT

martedì 27 ottobre 2015

FABTOTUM: la 3D multifunzione

Stampa, fresa e scanner in un colpo solo: la storia di Fabtotum è un successo, italiano, che si è annunciato sul nascere.
Per nutrire il proprio progetto di sistema multifunzione per la produzione personale di oggetti, la società di Tribiano, alle porte di Milano, si è affacciata al mercato con una proposta di crowdfunding su Indiegogo. Lo ha fatto chiedendo 50mila dollari e ottenendone 569mila. A questi vanno aggiunti 430mila euro da un gruppo di angel.
Fatta da 15 persone, metà dedite alla manifattura, metà a progettazione e vendita, la Srl ha a capo dello sviluppo Marco Rizzuto e Giovanni Grieco, dottori in architettura, Andrea Celani e Alfredo Marinucci, ingegneri. Freschi di laurea, si sono messi in testa di realizzare un sistema difabbricazione personale completo di stampante, scanner e fresatrice, con 5 assi a disposizione.
L’idea è piaciuta al mercato. Lo conferma non solo la resa finanziaria del progetto ma anche il fatto che coloro che sono già utenti stanno creando terze parti da aggiungere alla macchina.

La Fabtotum esiste anche in versione rossa e bianca
La Fabtotum esiste anche in versione rossa e bianca
La Fabtotum è un cubo di 36 centimetri, con area di stampa di 24 X 21 x 21, che utilizza PLA e ABS, con una testina che arriva a 230 gradi, e che viene governata da un software con interfaccia Web, via Wifi.
La produzione è iniziata a settembre dello scorso anno e sono già stati prodotti prodotti 250 esemplari, destinati alle donazioni (in ottica crowdfunding, chi finanzia non compra la macchina, ma se la fa donare quando è pronta). Ma se ne vendono quotidianamente, dal momento in cui è terminata la campagna di raccolta fondi, tramite il sito, su cui si può ordinarla a prezzo speciale di 999 euro (iva compresa), mentre lo street price sarà di 1.299 euro.
A Tribiano lavorano alacremente, ma per averla bisogna attendere due mesi. È già stata venduta in 63 paesi. Prevalentemente è stata spedita negli Usa, ma ora cresce il mercato nazionale.
La macchina è fatta al 70% in Italia, la restante componentistica arriva dall’Asia. Le scocche sviluppate con una società di Bergamo che sviluppa per l’automotive.
Nelle idee dei suoi creatori, però, la soluzione deve aderire alla logica low cost e sposare soluzioni tecnologiche semplici. Quindi non ha un display, ma un Linux box interno con memory card da 8 Gb che governa la macchina.La scheda di potenza è derivata da Arduino. La superficie d’appoggio riceve varie testine. Il piatto è ibrido. Lo scanner ha una camera da 5 megapixel.
In ottica commerciale, Fabtotum è già un marchio depositato in USA, è partner Autodesk e ha avviato contatti per la distribuzione in catene del retail.
FONTE: 3DPRINTING

giovedì 14 maggio 2015

C.H.I.P. IL MINI PC DAL MINI PREZZO

Nuova board di sviluppo in arrivo dal costo decisamente "cheap": un prodotto minimale che gli sviluppatori descrivono come un computer ma che somiglia a un parente molto povero di Raspberry Pi
Roma - Una nuova campagna di crowdfunding chiede agli utenti contributi monetari per larealizzazione di CHIP, schedina di sviluppo ARM dal costo più che economico di 9 dollari con velleità da computer e dimensioni più che compatte. Gli sviluppatori chiedevano 50mila dollari per iniziare, dopo poche ore il dnaro raccolto ammonta già a quasi 700mila dollari.
CHIP è "il primo computer da 9 dollari al mondo", annuncia trionfante la presentazione della campagna di raccolta fondi, e per computer nel caso si intende una CPU SoC ARM Allwinner A13 da 1 GHz, 512 Megabyte di RAM, 4 GB di storage, connettività WiFi/Bluetooth, uscita video composita.Con un esborso aggiuntivo di 10 o 15 dollari, gli utenti interessati potranno acquistare un adattatore per connettere la schedina a un display analogico (VGA) o digitale (HDMI). E per chi invece non avesse a disposizione display e periferiche di input (tastiera) esterni, il team propone una sorta di clone particolarmente sgraziato di un vecchio BlackBerry chiamato Pocket Chip.


Pocket Chip costa 49 dollari e include un display da 4,3" (470x272 pixel), tastiera QWERTY fisica e una batteria capace di alimentare il dispositivo per cinque ora di fila. Un autentico affare, in sostanza, per chi è stanco del solito PC x86 o non sa che farsene di Raspberry Pi e prodotti similari.
CHIP sarà in grado di far girare un sistema operativo completo (Debian Linux) con tanto di software di produttività, applicativi e "videogiochi", promettono gli sviluppatori, e le prime unità saranno disponibili a partire da maggio del prossimo anno: anticipando 150 dollari, invece, si potrà avere accesso a una alpha del prodotto già da settembre 2015.

FONTE: PUNTOINFORMATICO

sabato 11 aprile 2015

FATTURAZIONE ELETTRONICA

Da oggi, tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali italiane potranno ricevere e pagare esclusivamente fatture elettroniche in formato strutturato e firmate digitalmente. L’obbligo della fatturazione elettronica verso la PA - già obbligatoria dallo scorso 6 giugno per oltre 9.050 enti pubblici della PA centrale, ovvero Ministeri, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Avvocatura dello Stato, Agenzie Fiscali, Enti Nazionali di Previdenza e Assistenza sociale, Forze di Polizia ad Ordinamento Civile e Militare, Istituti di Istruzione Statale – a partire dal 31 marzo 2015 viene estesa anche ad altri circa 12.450 enti, ovvero Regioni, Province, Comuni, Università, Enti della Sanità ecc.
Una rivoluzione che coinvolge complessivamente circa 21.500 enti pubblici e 46.076 uffici. Ad oggi, sono circa 2,2 milioni le fatture elettroniche già veicolate dal Sistema di Interscambio, ma si stima che a regime, saranno circa 50 milioni quelle scambiate tra la Pubblica Amministrazione e i suoi circa 100 mila fornitori abituali a cui aggiungono 1,8 milioni di fornitori occasionali, per un valore complessivo dell’acquistato pari a 135 miliardi di euro ogni anno.
L’obbligo di fatturare in modalità elettronica a tutte le PA del nostro Paese non significa solo allegare una qualsiasi file-fattura a una email o a una PEC, invece che spedirla. Significa per i fornitori della PA, produrre un file in formato elettronico strutturato, firmato digitalmente, da conservare a norma in elettronico obbligatoriamente per 10 anni; per le PA, ricevere un XML firmato da integrare nei sistemi contabili e da gestire con Workflow approvativi digitali, per poi portarlo in conservazione digitale a norma per 10 anni.
Tale procedura consente alla Pubblica Amministrazione un risparmio di circa 17 euro per ogni fattura ricevuta: 14 euro a fattura grazie alla riduzione dei costi di manodopera, visti i minori tempi di gestione tra protocollazione, recupero documenti, riconciliazione, approvazione e registrazione; altri 3 euro a fattura grazie all’eliminazione dei costi di gestione e archiviazione. Anche per i fornitori della PA si stimano benefici importanti, compresi tra 6 e 8,5 euro per ogni fattura, nello specifico 4-5 euro a fattura grazie alla riduzione dei costi della manodopera per attività di stampa e imbustamento, relazione con la PA e conservazione, 2-3,5 euro a fattura per la riduzione dei costi riconducibili a materiali consumabili e riduzione dello spazio occupato.
E la fatturazione elettronica è solo l’inizio del percorso. La completa digitalizzazione del ciclo dell’ordine, con la piena integrazione e dematerializzazione dei documenti, porterebbe benefici economici molto superiori: si stima una riduzione del costo del processo compresa tra 25 euro e 65 euro a ciclo, dall’avvio dell’ordine alla chiusura del pagamento.
Complessivamente, l’introduzione della fatturazione elettronica consentirà un beneficio economico di circa 1 miliardo di euro l’anno per la Pubblica Amministrazione italiana, grazie alla riduzione dei costi di esecuzione delle attività, alla migliore accuratezza del processo, alla riduzione degli archivi di documentazione fiscale all’abbattimento dei tempi di esecuzione dei processi. Sono da aggiungere circa 500 milioni di euro di risparmi legati all’aumento di produttività delle imprese che fornitori della PA, per un beneficio economico complessivo pari a 1,5 miliardi di euro. I risparmi però potrebbero crescere fino a 6,5 miliardi di euro l’anno, se da questo primo step si riuscisse a raggiungere la digitalizzazione dell’intero ciclo procure to pay della Pubblica Amministrazione. Arrivando fino a 60 miliardi di euro nell’ipotesi della digitalizzazione completa del Ciclo Ordine-Pagamento di tutte le imprese italiane.
Sono alcuni dei numeri presentati questa mattina dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “31 Marzo 2015 - Fatturazione Elettronica: ultima chiamata!” tenutosi a Bologna, presso la sede della Regione Emilia Romagna, un’occasione di confronto tra PA, istituzioni e imprese sull’argomento.

FONTE: LA STAMPA